Samir Amin (Il Cairo 1931 - parigi 2018) ha diretto il Forum du Tiers Monde a Dakar ed è stato presidente del Forum Mondiale delle Alternative. Ha insegnato in varie università ed è stato consigliere economico di alcuni paesi africani.
Samir Amin LA CRISI Uscire dalla crisi del capitalismo o uscire dal capitalismo in crisi?
Questo libro inizia rammentando non come si è svolta la crisi finanziaria (si possono trovare eccellenti presentazioni altrove), ma quali sono alle origini, le cause che la rendono fatale (prevedibile e correttamente prevista da alcuni), che io ho trovato nel passaggio al capitalismo degli oligopoli generalizzati e all’imperialismo collettivo, e non nell’espansione del credito (conseguenza e non causa). Seguono due capitoli dedicati a una lettura del capitalismo sul lungo termine. All’inizio con un richiamo alla diversità delle risposte alle crescenti contraddizioni dei vecchi sistemi che si aprivano breccia qua e là (attraverso il contrasto Europa-Mediterraneo-Medio Oriente e il mondo cinese). Poi una presentazione del capitalismo storico (atlantico) destinato ad affermarsi come forma definitiva della risposta, basata sulla sua caratteristica più importante: l’accumulazione per esproprio. Il contrasto fra centro e periferie generato da questa forma storica permanente dell’accumulazione nel capitalismo storico determina a sua volta la contraddizione dominante che accompagna il capitalismo nel suo sviluppo e, su quella base, le lotte ingaggiate dalle sue vittime. La lotta dei popoli delle periferie ha determinato la prima ondata (nel XX secolo) e probabilmente determinerà per le stesse ragioni una seconda ondata nel XXI secolo. Il richiamo ai progressi e regressi registrati dalle lotte per l’emancipazione dei lavoratori e dei popoli nel XX secolo (ma solo un richiamo) si impone oggi più che mai, all’alba della possibile apertura di una seconda ondata di quelle lotte. Non è un caso se ho posto la “nuova questione agraria” (oggetto del capitolo seguente) al centro della sfida per il XXI secolo. Qui non si tratta di una scelta fra altre possibili. La mia tesi è che lo sviluppo delle lotte in questo campo e le risposte che saranno date al futuro delle società contadine del Sud (circa la metà dell’umanità) determineranno ampiamente la capacità o meno dei lavoratori e dei popoli di avanzare sulla via del socialismo. La sfida è quella della costruzione/ricostruzione permanente dell’internazionalismo dei lavoratori e dei popoli contro il cosmopolitismo del capitale oligarchico. Nel capitolo dedicato a questa materia tento di dimostrare come e perché il discorso “umanista” proposto, e accettato dalla maggior parte delle sinistre quali sono oggi, esclude dalle sue considerazioni il confronto con questa sfida. L’ultimo capitolo tratta di Marx e del marxismo, del comunismo e dell’internazionalismo. Marx non è mai stato così utile e necessario per capire e trasformare il mondo, oggi come e più di ieri.
Collana libri/FMA, pagg. 208, 13 euro. 88-8351-120-4 Traduzione dal francese di Nunzia Augeri
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Samir Amin IL MONDO ARABO NELLA STORIA E OGGI E la primavera araba?
L’anno 2011 si è aperto con una serie di clamorose esplosioni di collera dei popoli arabi. Ma questa “primavera” araba riuscirà a dare risposte che siano all’altezza delle sfide che le forze democratiche devono affrontare in Egitto e negli altri paesi arabi? Gli argomenti che si possono avanzare a favore di risposte positive e/o negative sono tutti egualmente forti e convincenti. Il mondo arabo (e più in generale il mondo musulmano) era riuscito, in un passato ormai lontano, a imporsi come agente attivo nella formazione della mondializzazione antica, premoderna. Ma non ha saputo evitare il declino e ha ceduto agli assalti della mondializzazione capitalistica moderna, malgrado forti e ripetuti tentativi nel XIX secolo e poi ancora nel XX per uscire dallo stato di periferia dominato dall’imperialismo delle potenze occidentali. Per vincere la sfida è necessario abbandonare definitivamente le illusioni passatiste, cioè ogni prospettiva di “islamizzazione della società e della politica”. Non certo per allinearsi su un’occidentalizzazione di paccottiglia, di fatto perfettamente compatibile con l’“islamizzazione” in corso, ma a favore di una liberazione delle capacità inventive dei popoli arabi (orientate verso l’invenzione del futuro e non verso il ritorno al passato), necessaria per permettere a quei paesi di diventare agenti attivi nel determinare il loro futuro con e a fianco degli altri popoli in lotta contro il capitalismo/imperialismo dominante. In appendice due importanti articoli di Samir Amin: L'internazionale oscurantista (2011) e Audacia e ancora audacia (2011)
Traduzione dal francese di Nunzia Augeri Collana libri/FMA, pp. 216, 13 Euro
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Samir Amin L’IMPERIALISMO CONTEMPORANEO I suoi campi di battaglia e le condizioni per una risposta efficace dal Sud del mondo
Nell’arte della guerra ogni belligerante sceglie il terreno di battaglia più favorevole per sferrare l’attacco e cerca di imporlo al suo avversario, perché questo si metta sulla difensiva. Lo stesso avviene in politica, a livello nazionale e nelle battaglie di carattere geopolitico. Attualmente, e più o meno dagli ultimi 30 anni, le potenze che costituiscono la Triade dell’imperialismo collettivo (Stati Uniti, Europa Occidentale e Giappone) hanno individuato due campi di battaglia: “la democrazia” e “l’ambiente”. Questo scritto vuole prima di tutto esaminare dal punto di vista concettuale e sostanziale i due temi scelti dalla Triade, analizzandoli criticamente dal punto di vista dei popoli, delle nazioni e degli stati a cui essi sono indirizzati, i paesi del Sud, dopo quelli dell’ex-Oriente. Ci occuperemo, inoltre, del ruolo degli strumenti utilizzati dalle strategie imperialiste per condurre la loro battaglia: la globalizzazione ‘liberale’, con l’ideologia che ne è alla base (l’economia tradizionale), la militarizzazione della globalizzazione, ‘il buon governo’, ‘gli aiuti’, ‘la guerra al terrorismo’ e la guerra preventiva con l’ideologia che ne è al seguito (il post-modernismo culturale). Di volta in volta indicheremo le condizioni per una risposta efficace, da parte dei popoli e degli stati del Sud, alla sfida della ristrutturazione dell’imperialismo della “Triade”.
Collana Il presente come storia, pagg. 100, 6 euro. Traduzione dall'inglese di Laura Cantelmo
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Samir Amin e François Houtart ALTERMONDIALISTA DELEGITTIMARE IL CAPITALISMO, RICOSTRUIRE LA SPERANZA. PER LA “QUINTA INTERNAZIONALE” In appendice un saggio di Samir Amin sull'ultimo Forum Sociale Mondiale di Nairobi 2007
Il libro raccoglie due corposi saggi di François Houtart e Samir Amin. Il lavoro di Houtart (Delegittimare il capitalismo, ricostruire la speranza) ripercorre in modo efficace tutte le tematiche fondamentali della critica alla globalizzazione, con anche un capitolo specifico sulle prospettive della teologia della liberazione, cercando di dare corpo alle diverse opzioni politiche presenti nel movimento e indicando nuove vie per la trasformazione sociale. Il lavoro di Amin (Per la “quinta internazionale”) illustra una proposta politica di prospettiva per la lotta contro il neoliberismo e per il socialismo del XXI secolo. Il risultato è un quadro di descrizione e di discussione per il futuro del movimento altermondialista.