i libri
Abdullah Öcalan
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PREFAZIONE
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recensione di Suveyda Mahmud (giornalista e scrittrice di Aleppo)
recsocliberta-mahamud.pdf | |
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Abdullah Öcalan
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Abdullah Öcalan
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ABDULLAH ÖCALAN
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La libertà vincerà
una breve biografia politica di Ocalan
ocalan-la-liberta-vincera.pdf | |
File Size: | 11575 kb |
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ABDULLAH ÖCALAN
Scritti dal carcere III
LA ROAD MAP VERSO I NEGOZIATI
Prefazione di Immanuel Wallerstein
La Road map è un documento straordinario. Ha costituito il cuore dei colloqui segreti tra Abdullah Öcalan e lo Stato turco, un processo avviato nel 2009 e interrotto a metà del 2011.
In questo lavoro Öcalan definisce i passi necessari che devono essere intrapresi per l’inizio di un serio processo di pace. Allo stesso tempo delinea una soluzione reale per la questione kurda. Guarda oltre le soluzioni tradizionali come lo stato o l’autonomia territoriale, concepisce una nazione democratica e una patria comune per tutti i paesi in cui vivono i Kurdi, oltre che per tutto il Medio Oriente. Rifiuta gli argomenti classici, dando a tutte le parti in causa elementi su cui riflettere.
“La Road map è un’opera di grande qualità, riflessiva, chiara e convincente”
Hassan Hanafi, Dipartimento di Filosofia, Università de Il Cairo
“Öcalan è il Gramsci della nostra epoca”.
Tamir Bar-On, Istituto di Tecnologia di Monterrey, Queretaro, Mexico
“La Road Map offre una soluzione alla questione kurda in Turchia. Ma solleva quesiti molto più vasti e generali delle problematiche geostoriche specifiche che analizza”.
Immanuel Wallerstein
Collana libri/FMA, pagg.126, 10 euro.
***
ABDULLAH ÖCALAN
Scritti dal carcere II
IL PKK E LA QUESTIONE KURDA NEL XXI SECOLO
Note preliminari di Cemil Bayik
Traduzione dal tedesco di Simona Lavo
Nel suo secondo libro Abdullah Öcalan applica la filosofia politica e storica che ha sviluppato nel primo volume dei suoi scritti dal carcere alla questione kurda. Il libro affronta questioni politiche concrete al centro della questione kurda. Öcalan chiede un “Rinascimento del Medio Oriente” in cui l’integrazione dei valori democratici occidentali e dei diritti umani universali con i valori profondamente radicati delle società mediorientali, in particolare di quella kurda, formino una nuova sintesi tra civiltà.
“È diventato una voce per la pace, un leader disponibile ad offrire una mano amica a coloro contro i quali ha combattuto per la maggior parte della sua vita.”
Gerry Adams, Presidente dello Sinn Féin
“Öcalan è il Gramsci dei nostri tempi.”
Prof. Tamir Bar-On, Monterrey Institute of Technology, Queretaro, Mexico
“Posso dire che ho cercato di soddisfare i principi etici ed estetici riguardanti lo stile di vita, l’amore ed il rispetto. Dalla nascita fino alla morte sarò sempre strettamente fedele al principio fondamentale: o vivere in libertà, o non vivere affatto. L’amore ed il rispetto sono possibili soltanto attraverso l’estetica ed una libera etica. E’ giusto che mettessi la donna al centro di questo principio fondamentale. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che la vita migliore e più armoniosa è quella che nasce dal libero operato di una donna libera e del suo ambiente circostante”.
“La teoria e la prassi della pace è altrettanto necessaria quanto quella della guerra. Una pace che sfocia solo parzialmente in libertà nuove è da preferirsi persino ad una guerra dalle più grandi conquiste. Sono convinto che un popolo che per sua libera volontà rende possibile una pace, è anche un popolo organizzato e consapevole che potrà ottenere sicuramente i propri diritti. Non ho dubbi sul fatto che la pace significa forza e non debolezza. Considero bugie fasciste le posizioni nazionaliste, demagogiche, che si esprimono in nome della sacra patria con bandiere ed apparato statale. Secondo me il patriottismo più coerente passa per il rispetto delle esistenze culturali. Sono sicuro che chi vuole essere utile per la propria nazione, lo può fare al meglio rispettando le culture di tutti i popoli, al pari della propria. Il XXI secolo sarà testimone di una pace che sarà realizzata dai Kurdi. All’inizio del XX secolo Kurdi e Turchi hanno condotto insieme una guerra di liberazione contro gli intrighi imperialisti. Il loro punto debole fu quello di non aver saputo costituire nella nuova repubblica un sistema democratico ed una libera convivenza”.
“Le mie priorità saranno rivolte verso i bambini, verso i sogni di quei bambini che si ribellano contro dogmi antiquati. Cercherò di trovare una risposta alle domande più urgenti, come ho sempre fatto in passato. Anche se in generale porterò comunque avanti i miei sforzi per trovare delle forme di compromesso con la società borghese e le istituzioni della Repubblica Turca, tuttavia nello sviluppare le necessarie alternative e nel modificarne gli aspetti inaccettabili, invece di un atto distruttivo radicale prediligerò la scelta di realizzare il cambiamento attraverso compromessi profondi, grazie alla forza di un sistema di autodifesa veramente stabile. La mia concezione di umanità non permette il ricorso a strumenti violenti, né la trasformazione in un apparato statale, fatta eccezione per la legittima difesa quando obbligatoriamente necessaria ed i relativi mezzi. Non ricorrerò mai allo stato, inteso come strumento di dominio classico per la repressione delle classi, al fine di agire contro gli uomini, cioè contro la società. Lo stato classico e la concezione di dominio tradizionale non avranno mai posto nella mia mente, né nella mia prassi. E’ un’illusione pensare di abbattere la classe dominante con una forza opposta, per instaurarne una nuova”.
Collana libri/FMA, pagg.394, 20 euro.
***
ABDULLAH ÖCALAN
Scritti dal carcere I
GLI EREDI DI GILGAMESH
Dai Sumeri alla civiltà democratica
Traduzione dal tedesco di Simona Lavo
“Le analisi e le tesi presentate in questo libro facevano parte del mio appello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, di conseguenza, il loro scopo andava oltre il semplice studio del grado di civiltà nel Medio Oriente.
Sono venuto in Europa nel 1998 con l’intenzione di trovare un compromesso con i nostri oppressori imperialisti. Speravo che una soluzione ragionevole, secondo i criteri della democrazia europea, ponesse fine alla necessità della guerriglia sulle montagne – una lotta che aveva già iniziato a prendere troppe vite e alla quale io, in primo luogo, non ambivo. Un tempo le montagne rappresentavano l’oggetto dei miei sogni ed ho atteso pazientemente di poterci andare per 40 anni. Essendo però consapevole che tale lotta avrebbe causato grande sofferenza ai miei amici ed al mio popolo, non potevo prendere personalmente una simile decisione incompatibile con la mia idea di responsabilità e di etica.
E’ altrettanto vero che non ero in grado di prevedere le tragiche conseguenze scaturite dal mio ingresso in Europa. Devo ammettere di aver sottovalutato il potere di certi interessi e la possibilità di tradimento. Sono stato posto sotto esame, giudicato e poi dato in pasto, in modo spregevole, a dei veri cannibali in Africa. Si sono vantati con il mondo di avermi catturato, impacchettato e relegato ad Imrali, come in una bara. In tal modo, ancora una volta, hanno ristabilito i loro interessi che temevano fossero in pericolo.
Questi fatti sono avvenuti in violazione della legge europea, ammesso che qualcosa di simile esista. Ritengo che l’atteggiamento della Corte misuri il livello di una civiltà ed ero allora convinto che se qualcuno, disposto alla resa, si fosse rivolto all’Europa per aiuto, sarebbe stato ricevuto cordialmente. Per quel che mi riguarda, non è stato il caso né lo sarà in futuro. Di conseguenza, la mia relazione con l’Europa è improntata alla ricerca di un’antitesi legata alla capacità del Medio Oriente di formulare, sulla base delle sue fondamenta storiche, una contrapposizione rispetto alla civiltà europea. Questo è il messaggio che credo di aver trasmesso in maniera positiva. Questo testo è anche inteso come risposta generale alle opinioni e ai giudizi di molti dei miei amici e conoscenti che mi hanno scritto, così come a tutti coloro che non sono in grado di esprimere le loro opinioni per mancanza di mezzi. Si tratta quindi di una risposta necessaria. Le analisi e le valutazioni che presento in questo libro rappresentano una difesa, un’apologia nell’accezione originale greca. Sono state scritte per effetto dello straordinario complotto che mi ha portato in questa cella solitaria dove ora vivo.”
Collana libri/FMA, pagg.452, 20 euro.
Scritti dal carcere III
LA ROAD MAP VERSO I NEGOZIATI
Prefazione di Immanuel Wallerstein
La Road map è un documento straordinario. Ha costituito il cuore dei colloqui segreti tra Abdullah Öcalan e lo Stato turco, un processo avviato nel 2009 e interrotto a metà del 2011.
In questo lavoro Öcalan definisce i passi necessari che devono essere intrapresi per l’inizio di un serio processo di pace. Allo stesso tempo delinea una soluzione reale per la questione kurda. Guarda oltre le soluzioni tradizionali come lo stato o l’autonomia territoriale, concepisce una nazione democratica e una patria comune per tutti i paesi in cui vivono i Kurdi, oltre che per tutto il Medio Oriente. Rifiuta gli argomenti classici, dando a tutte le parti in causa elementi su cui riflettere.
“La Road map è un’opera di grande qualità, riflessiva, chiara e convincente”
Hassan Hanafi, Dipartimento di Filosofia, Università de Il Cairo
“Öcalan è il Gramsci della nostra epoca”.
Tamir Bar-On, Istituto di Tecnologia di Monterrey, Queretaro, Mexico
“La Road Map offre una soluzione alla questione kurda in Turchia. Ma solleva quesiti molto più vasti e generali delle problematiche geostoriche specifiche che analizza”.
Immanuel Wallerstein
Collana libri/FMA, pagg.126, 10 euro.
***
ABDULLAH ÖCALAN
Scritti dal carcere II
IL PKK E LA QUESTIONE KURDA NEL XXI SECOLO
Note preliminari di Cemil Bayik
Traduzione dal tedesco di Simona Lavo
Nel suo secondo libro Abdullah Öcalan applica la filosofia politica e storica che ha sviluppato nel primo volume dei suoi scritti dal carcere alla questione kurda. Il libro affronta questioni politiche concrete al centro della questione kurda. Öcalan chiede un “Rinascimento del Medio Oriente” in cui l’integrazione dei valori democratici occidentali e dei diritti umani universali con i valori profondamente radicati delle società mediorientali, in particolare di quella kurda, formino una nuova sintesi tra civiltà.
“È diventato una voce per la pace, un leader disponibile ad offrire una mano amica a coloro contro i quali ha combattuto per la maggior parte della sua vita.”
Gerry Adams, Presidente dello Sinn Féin
“Öcalan è il Gramsci dei nostri tempi.”
Prof. Tamir Bar-On, Monterrey Institute of Technology, Queretaro, Mexico
“Posso dire che ho cercato di soddisfare i principi etici ed estetici riguardanti lo stile di vita, l’amore ed il rispetto. Dalla nascita fino alla morte sarò sempre strettamente fedele al principio fondamentale: o vivere in libertà, o non vivere affatto. L’amore ed il rispetto sono possibili soltanto attraverso l’estetica ed una libera etica. E’ giusto che mettessi la donna al centro di questo principio fondamentale. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che la vita migliore e più armoniosa è quella che nasce dal libero operato di una donna libera e del suo ambiente circostante”.
“La teoria e la prassi della pace è altrettanto necessaria quanto quella della guerra. Una pace che sfocia solo parzialmente in libertà nuove è da preferirsi persino ad una guerra dalle più grandi conquiste. Sono convinto che un popolo che per sua libera volontà rende possibile una pace, è anche un popolo organizzato e consapevole che potrà ottenere sicuramente i propri diritti. Non ho dubbi sul fatto che la pace significa forza e non debolezza. Considero bugie fasciste le posizioni nazionaliste, demagogiche, che si esprimono in nome della sacra patria con bandiere ed apparato statale. Secondo me il patriottismo più coerente passa per il rispetto delle esistenze culturali. Sono sicuro che chi vuole essere utile per la propria nazione, lo può fare al meglio rispettando le culture di tutti i popoli, al pari della propria. Il XXI secolo sarà testimone di una pace che sarà realizzata dai Kurdi. All’inizio del XX secolo Kurdi e Turchi hanno condotto insieme una guerra di liberazione contro gli intrighi imperialisti. Il loro punto debole fu quello di non aver saputo costituire nella nuova repubblica un sistema democratico ed una libera convivenza”.
“Le mie priorità saranno rivolte verso i bambini, verso i sogni di quei bambini che si ribellano contro dogmi antiquati. Cercherò di trovare una risposta alle domande più urgenti, come ho sempre fatto in passato. Anche se in generale porterò comunque avanti i miei sforzi per trovare delle forme di compromesso con la società borghese e le istituzioni della Repubblica Turca, tuttavia nello sviluppare le necessarie alternative e nel modificarne gli aspetti inaccettabili, invece di un atto distruttivo radicale prediligerò la scelta di realizzare il cambiamento attraverso compromessi profondi, grazie alla forza di un sistema di autodifesa veramente stabile. La mia concezione di umanità non permette il ricorso a strumenti violenti, né la trasformazione in un apparato statale, fatta eccezione per la legittima difesa quando obbligatoriamente necessaria ed i relativi mezzi. Non ricorrerò mai allo stato, inteso come strumento di dominio classico per la repressione delle classi, al fine di agire contro gli uomini, cioè contro la società. Lo stato classico e la concezione di dominio tradizionale non avranno mai posto nella mia mente, né nella mia prassi. E’ un’illusione pensare di abbattere la classe dominante con una forza opposta, per instaurarne una nuova”.
Collana libri/FMA, pagg.394, 20 euro.
***
ABDULLAH ÖCALAN
Scritti dal carcere I
GLI EREDI DI GILGAMESH
Dai Sumeri alla civiltà democratica
Traduzione dal tedesco di Simona Lavo
“Le analisi e le tesi presentate in questo libro facevano parte del mio appello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, di conseguenza, il loro scopo andava oltre il semplice studio del grado di civiltà nel Medio Oriente.
Sono venuto in Europa nel 1998 con l’intenzione di trovare un compromesso con i nostri oppressori imperialisti. Speravo che una soluzione ragionevole, secondo i criteri della democrazia europea, ponesse fine alla necessità della guerriglia sulle montagne – una lotta che aveva già iniziato a prendere troppe vite e alla quale io, in primo luogo, non ambivo. Un tempo le montagne rappresentavano l’oggetto dei miei sogni ed ho atteso pazientemente di poterci andare per 40 anni. Essendo però consapevole che tale lotta avrebbe causato grande sofferenza ai miei amici ed al mio popolo, non potevo prendere personalmente una simile decisione incompatibile con la mia idea di responsabilità e di etica.
E’ altrettanto vero che non ero in grado di prevedere le tragiche conseguenze scaturite dal mio ingresso in Europa. Devo ammettere di aver sottovalutato il potere di certi interessi e la possibilità di tradimento. Sono stato posto sotto esame, giudicato e poi dato in pasto, in modo spregevole, a dei veri cannibali in Africa. Si sono vantati con il mondo di avermi catturato, impacchettato e relegato ad Imrali, come in una bara. In tal modo, ancora una volta, hanno ristabilito i loro interessi che temevano fossero in pericolo.
Questi fatti sono avvenuti in violazione della legge europea, ammesso che qualcosa di simile esista. Ritengo che l’atteggiamento della Corte misuri il livello di una civiltà ed ero allora convinto che se qualcuno, disposto alla resa, si fosse rivolto all’Europa per aiuto, sarebbe stato ricevuto cordialmente. Per quel che mi riguarda, non è stato il caso né lo sarà in futuro. Di conseguenza, la mia relazione con l’Europa è improntata alla ricerca di un’antitesi legata alla capacità del Medio Oriente di formulare, sulla base delle sue fondamenta storiche, una contrapposizione rispetto alla civiltà europea. Questo è il messaggio che credo di aver trasmesso in maniera positiva. Questo testo è anche inteso come risposta generale alle opinioni e ai giudizi di molti dei miei amici e conoscenti che mi hanno scritto, così come a tutti coloro che non sono in grado di esprimere le loro opinioni per mancanza di mezzi. Si tratta quindi di una risposta necessaria. Le analisi e le valutazioni che presento in questo libro rappresentano una difesa, un’apologia nell’accezione originale greca. Sono state scritte per effetto dello straordinario complotto che mi ha portato in questa cella solitaria dove ora vivo.”
Collana libri/FMA, pagg.452, 20 euro.